Derattizzazione – Nuova classificazione di tutti i prodotti a base di sostanza attive anticoaugulanti e limitazioni nel loro uso
A partire dal 1 marzo 2018 entrerà in vigore il Regolamento (UE)2016/1179 (IX ATP del Regolamento CLP) pubblicato il 20.07.2016 – classificazione armonizzata di una lista di sostanze, tra le quali vi sono tutte le sostanze attive anticoaugulanti rientranti nella formulazione dei Rodenticidi – e per effetto tutti i rodenticidi contenenti una concentrazione di sostanza attiva anticoagulante pari o superiore a 30ppm (equivalente ad una concentrazione uguale o maggiore a 0,0003% di sostanza attiva) saranno classificati come tossici per la riproduzione (H360D – Può nuocere al feto) il che comporterà l’inserimento in etichetta del seguente pittogramma:
Il Regolamento quindi prevede che dal 1 marzo 2018 tutti i prodotti rodenticidi presenti sul mercato siano adeguati alla classificazione di cui sopra.
I prodotti classificati come tossici per la riproduzione (H360D – PUO’ NUOCERE AL FETO) potranno essere destinati alla sola categoria di Utilizzatori “PROFESSIONALI”.
“Estratto Articolo Paolo Guerra Supervisore tecnico, HPC-OSD Gruppo Ecotech Consulente per l’igiene e la qualità, NoPest® : “Il 2016 è stato un anno nel quale si sono resi applicabili alcuni dispositivi che hanno introdotto cambiamenti importanti nell’ambito dei servizi per il controllo degli infestanti (Pest Control), ed in particolare in quello legato al controllo dei roditori. Sono state nuovamente modificate le etichette dei formulati rodenticidi anticoagulanti posti in commercio, introducendo un limite del loro impiego ad un periodo massimo di sei settimane. Vengono quindi ad essere ampliate quelle Misure di mitigazione del rischio (MMR) richieste in ambito UE per gli anticoagulanti i quali, per caratteristiche proprie e per modalità di impiego, possono comportare un impatto nell’ambiente e sugli animali non bersaglio”…segue: “Limitazione sull’uso dei rodenticidi anticoagulanti: Con la limitazione a sei settimane sull’impiego dei rodenticidi anticoagulanti riportata nelle etichette dei formulati posti in commercio ad uso professionale, viene definitivamente superata la derattizzazione tradizionale basata sul ripristino delle esche rodenticide posizionate in modo permanente all’interno dei contenitori. L’etichetta, diversamente dalla scheda tecnica e dalla scheda di sicurezza, è uno dei documenti sul quale si fonda il decreto di autorizzazione del Ministero della Salute per l’immissione sul mercato e, come tale, le prescrizioni ivi contenute risultano cogenti.”.
Specie di roditori oggetto delle misure di controllo
Topi e ratti appartengono alla famiglia dei Muridi, ordine Roditori, classe Mammiferi.
In Italia, le specie di roditori infestanti negli ambienti urbani sono tre: il topolino domestico (Mus musculus), il ratto grigio, o bruno (Rattus norvegicus) e il ratto comune, o nero (Rattusrattus).
I Muridi sono onnivori e molto adattabili, dunque possono infestare quasi ogni ambiente di natura antropica come, ad esempio, le aree residenziali, le zone agricole, le aree industriali, navi, magazzini, ospedali, e sono diffusi dalle coste fino in alta montagna, con climi e a latitudini molto differenti.
Aspetti chiave per l’utilizzo sicuro dei rodenticidi anticoagulanti
L’esposizione primaria e secondaria per gli esseri umani, gli animali non bersaglio e l’ambiente sono ridotte al minimo studiando e adottando tutte le misure di riduzione del rischio idonee e disponibili. Queste includono la categoria di utenti e la restrizione all’uso esclusivamente professionale, l’area di utilizzo e la formulazione, stabilendo un limite massimo per le confezioni, un design specifico per i prodotti, l’obbligo di utilizzare stazioni esca sicure e a prova di manomissione e l’utilizzo di codici di buona pratica.
Estratto da Rapporto Istsan 15/40 “Misure preventive: Ci sono diverse misure per prevenire le infestazioni di roditori in casa. Queste includono:
‒ prevenire gli accessi di roditori alle aree interne (rendendo inaccessibili o chiudendo i
passaggi, i buchi, gli ingressi per i gatti, gli scarichi, ecc);
‒ evitare lo smaltimento dei resti di cibo attraverso gli scarichi;
‒ non gettare gli alimenti in maniera incurante;
‒ conservare gli alimenti, i mangimi (comprese le scorte), ecc., in luoghi inaccessibili ai
roditori;
‒ pulire le aree accessibili ai ratti e rimuovere potenziali nascondigli;
‒ non nutrire gli uccelli (ad esempio: anatre, piccioni);
‒ operare un compostaggio corretto;
‒ rimuovere la spazzatura e i rifiuti che potrebbero fornire rifugio ai roditori.
“Categorie di utenti rilevanti per l’autorizzazione dei rodenticidi
In linea di principio, nell’ambito dell’autorizzazione rodenticida, viene fatta una distinzione tra le seguenti categorie di utenti: gli utenti non professionali (es. i consumatori/dilettanti) e gli utilizzatori professionali.
L’utente non professionale è il consumatore che rappresenta il pubblico in generale, che utilizza un prodotto biocida nella sfera privata/domestica. L’uso di biocidi come rodenticidi da un utente non professionale significa che c’è probabilità che le istruzioni per l’uso non vengano seguite esattamente, che l’utente non abbia alcuna conoscenza specializzata e che solitamente, non vi sia applicabilità dei dispositivi di protezione, come ad esempio i guanti. In questa categoria troviamo l’utente che utilizza biocidi occasionalmente nel contesto della propria attività, che non riguarda principalmente l’utilizzo di rodenticidi (custodi, personale di pulizia specialista o lavoratori fognari).
In aggiunta, ci sono gli utenti professionali. Questi ultimi hanno solitamente conoscenze ed esperienza specifica relative al trattamento dei rodenticidi e in aggiunta utilizzano tali prodotti nel loro lavoro in maniera regolare. Questa categoria di utenti si riferisce agli operatori qualificati di controllo degli infestanti o persone la cui formazione è stata consolidata. Tuttavia, con riferimento all’identificazione delle categorie di utenti che utilizzano i rodenticidi anticoagulanti, un’importante problematica è rappresentata dalla mancanza di armonizzazione a livello europeo nella definizione di “utilizzatori professionali”. Di fatto, alcuni Stati Membri non si avvalgono di alcun sistema di formazione professionale per l’utilizzo di questi prodotti.
Roma, 1 marzo 2018